La Colombia, ufficialmente República de Colombia è uno stato situato nella regione nord-occidentale dell'America meridionale, con capitale Bogotá. Ha una superficie di 1.141.748 km² (2.070.408 km² se si aggiungono i 928.660 km² di estensione marittima).[3] È delimitata ad est da Venezuela e Brasile, a sud da Perù ed Ecuador e a nord-ovest da Panamá; in termini di confini marittimi a nord è bagnata dal Mar dei Caraibi, a ovest dall'oceano Pacifico. La Colombia sostiene controversie territoriali con Venezuela e Nicaragua riguardo ai propri confini marittimi. È l'unico paese sudamericano che si affaccia sul Pacifico e sul Mar dei Carabi. Alla Colombia appartengono diverse isole, Arcipelago di San Andrés, Providencia e Santa Catalina. La Colombia è il quarto paese più esteso del Sud America ed il terzo per popolazione dell'America Latina. Il territorio che comprende l'attuale Colombia è stato originariamente abitato da tribù di amerindi che migrarono dall'America centrale e dai Caraibi. Le tribù principali furono i muisca, quimbaya, tayrona e zenú, appartenenti alle famiglie delle lingue arawakana, chibcha e caribe. Parte del sud fu abitato dagl'Inca. Nel XV secolo i conquistadores spagnoli occuparono e colonizzarono il territorio, che portò alla creazione del Vicereame della Nuova Granada.[4] Nel 1819, con le campagne di Simón Bolívar, la Colombia ottenne l'indipendenza dalla Spagna,[5] ma già nel 1830 la Grande Colombia crollava in seguito a guerre intestine che portarono alla separazione delle attuali Venezuela ed Ecuador. Quelle che oggi sono Colombia e Panamá, emersero come Repubblica della Nuova Granada, successivamente si federarono con la Confederazione Granadina nel 1858, per formare poi gli Stati Uniti di Colombia nel 1863, fino al consolidamento dell'attuale repubblica centralista nel 1886. Nel 1903, dopo la Guerra dei Mille Giorni, si arrivò alla secessione del dipartimento di Panamá. La Colombia fu coinvolta in una guerra con il Perù nel 1932, per un vasto territorio denominato trapezio amazzonico, risolta attraverso la mediazione della Lega delle Nazioni. Nel 1948 iniziò un'epoca di violenze che sfociò in una guerra civile che durò fino all'inizio degli anni sessanta e che si mescolò con l'emergere di cartelli di droghe illegali. Questo ha dato luogo all'attuale conflitto armato in Colombia tra il governo, la guerriglia comunista, formazioni paramilitari e trafficanti di droga, che ha lasciato come conseguenza migliaia di morti, feriti, rapiti, sfollati e persone scomparse, classificando la Colombia come uno dei paesi più violenti del mondo[6] e uno dei maggiori esportatori di droghe.[7] Nonostante ciò la Colombia ha avuto istituzioni relativamente più stabili se paragonata agli altri paesi del Sud America, fatta eccezione per una breve parentesi tra il 1953 e il 1957 in cui sperimentò un golpe. La Colombia è all'inizio del XXI secolo una potenza di media grandezza, con il quarto PIL più grande fra i paesi del Sud America, in cui è significativa la produzione di caffè e l'esportazione di fiori, carbone e petrolio. Presenta una grande diversità culturale e una delle più ampie biodiversità del pianeta.[8] La Colombia è una repubblica unitaria di tipo presidenziale; il potere legislativo è esercitato dal Congresso, composto da Camera (102 deputati) e Senato (166 senatori). Toponomastica Il suo nome ufficiale è Repubblica di Colombia.[2] Il nome Colombia deriva dal nome di Cristoforo Colombo.[9] Il nome Colombia è stato formulato dal venezuelano Francisco de Miranda per denominare l'unione delle repubbliche americane dopo l'indipendenza, rendendo omaggio in questo modo allo scopritore del Nuovo Mondo.[10] Il 15 febbraio 1819, durante il Congresso di Angostura, venne proclamato lo stato che adottò il nome di Repubblica di Colombia, nota oggi come Grande Colombia, al fine di evitare confusione con l'attuale Colombia, con la sovranità sul territorio del Vicereame di Nuova Granada, Quito e Capitanato Generale del Venezuela.[11] Il nome venne proposto da Simón Bolívar nella Carta di Giamaica.[12] Nel 1830 venne costituito come una repubblica sotto il nome di Repubblica della Nuova Granada e subito dopo divenne uno stato federale, con il titolo di Confederazione Granadina e con l'adozione della Costituzione del 1858. Prese il nome di Stati Uniti di Colombia nel 1863, che nel 1886 divenne l'attuale nome di Repubblica di Colombia, iniziativa che andò incontro alle proteste del Congresso di Ecuador e Venezuela, considerandola un'usurpazione unilaterale del patrimonio storico comune. L'origine del nome della Colombia è stato menzionata anche in una delle strofe dell'inno nazionale, che recita così: «... Si bagna nel sangue di eroi la terra di Colombo ...».[13] Storia Epoca pre-colombiana Basandoci sui resti archeologici come El Abra, il popolamento del territorio dell'attuale Colombia dovrebbe essere iniziato tra l'11.000 e il 20.000 a.C.[14] Le vie del popolamento furono varie, come testimoniano le diverse famiglie linguistiche e le differenze culturali (paleoindio, arcaico, formativo). Data la sua posizione geografica l'attuale territorio della Colombia costituì un corridoio tra le popolazioni della Mesoamerica, i Caraibi, le Ande e l'Amazzonia. Nella regione caraibica della Colombia, in particolare nella regione del Canal del Dique, all'inizio della prima fase formativa intorno al 4000 a.C., vi erano già alcuni insediamenti semisedentari, suddivisi in gruppi di diverse famiglie che abitavano in grandi case denominate maloca e combinavano le loro normali attività di caccia e raccolta con la prima forma di agricoltura, sia su piccola che grande scala. È probabile che esistessero contemporaneamente accampamenti semipermanenti lungo la costa, per accogliere altri gruppi di persone impegnate in attività di pesca e raccolta di molluschi.[15] A Puerto Hormiga (Bolívar) sono state trovate tracce del periodo arcaico, che includono alcuni dei più antichi resti di ceramiche mai trovati in America e risalenti al 3.000 a.C. circa, momento in cui inizia la coltivazione del mais su piccola scala sull'altipiano cundiboyacense, dimostrando come questo alimento sia diventato un componente essenziale della dieta degli abitanti dei villaggi. Le prime coltivazioni di manioca, sembrano avere avuto luogo nella regione dei Caraibi. Nel territorio colombiano si sono trovate tracce di culture che vissero durante il periodo formativo, circa intorno al 1.500 a.C. Si distinguono le culture di San Agustín e Tierradentro. Questo periodo si estende circa dal 1.400 a.C. fino all'arrivo dei conquistadores spagnoli nel XVI secolo. Il periodo formativo è stato suddiviso in tre fasi: un periodo preclassico che inizia circa nel 900 a.C., immediatamente successivo all'inizio dell'Olocene che inizia il processo di insediamento di gruppi umani a la scoperta dell'orticoltura, che praticamente sostituisce la caccia e il nomadismo nella maggior parte delle tribù; il periodo classico, caratterizzato da una tecnologia più sviluppata in agricoltura, con coltivazioni di cetrioli, hibia, patate, fagioli e cacao. Il periodo postclassico, iniziato nel 900 d.C., in cui si sviluppò l'irrigazione delle colture e un'industria tessile abbastanza avanzata da soddisfare le esigenze di abbigliamento della popolazione. Altre culture pre-colombiane nel periodo formativo sono Tumaco,[16] Calima, Nariño, Tolima, e Quimbaya Uraba. Nel XVI secolo le tre grandi famiglie linguistiche dominanti nel territorio dell'odierna Colombia erano arawak, caribe e chibcha. Colonizzazione spagnola Lo spagnolo Alonso de Ojeda guidò gli esploratori che giunsero nella penisola de la Guajira nel 1499,[17] in quello che è stato il primo contatto tra Europei e l'attuale Colombia. Undici anni più tardi le autorità spagnole fondarono Santa María la Antigua del Darién, prima colonia sul continente americano e poi, dopo il consolidamento di questa posizione dominante nelle zone costiere, fondando Santa Marta (1525) e Cartagena de Indias (1533), ebbe inizio l'esplorazione dell'interno, dove vennero fondate Popayán (1536) e Bogotá (1538). Le Leggi di Burgos del 1513 cercarono invano di impedire gli abusi inflitti alle popolazioni indigene, che schiavizzate dai conquistatori erano costrette a lavorare nelle miniere e ad abbracciare la fede ('evangelizzazione). La situazione produsse numerose rivolte indigene che impedirono la pacificazione del territorio fino al 1560. Le istituzioni costringevano le popolazioni indigene al pagamento delle tasse ed al lavoro forzato. Allo stesso tempo, il commercio di schiavi africani venne introdotto dal porto di Cartagena de Indias. Le istituzioni coloniali si insediarono nel 1550, quando venne costituita la Real Audiencia de Santa Fe de Bogotá, che comprendeva i territori delle province di Santa Marta, Rio San Juan, Popayán, Guyana e Cartagena de Indias. Nel XVIII secolo Nuova Granada sorse come Vicereame, con capitale nella città di Santa Fé. Per tutto il tempo la colonia fu bersaglio degli attacchi dei pirati al servizio alla Corona britannica, che fu sconfitta nel 1741. Nel 1781 ci fu un'insurrezione della comunità, ricordata come rivolta dei Comunero [18] , prima manifestazione di identità creola, con i ribelli in marcia attraverso la capitale per protestare contro nuove tasse e rivendicare la loro quota di ricchezza nazionale. Emancipazione Dopo l'invasione francese della Spagna nel 1808, iniziarono i movimenti indipendentisti nelle colonie spagnole delle Americhe. Nella Nuova Granada erano inizialmente guidati da Antonio Nariño, contrario al centralismo spagnolo, che indusse una forte opposizione contro il Vicereame. Dopo l'indipendenza di Cartagena dell'11 novembre 1811, ci furono due governi che terminarono in una guerra civile, un periodo che venne chiamato Patria Boba. Nel 1812 vennero proclamate le Province Unite di Nuova Granata, guidate da Camilo Torres Tenorio. Nel 1813 venne proclamata l'indipendenza di Antioquia, nello stesso anno in cui Simón Bolívar lanciò una campagna militare in Venezuela, dove venne però sconfitto l'anno successivo e costretto a fuggire nella Nuova Granada nel 1814. Nonostante i successi della ribellione, la nascita di due distinte correnti ideologiche (centralista e federalista) portò ad uno scontro interno di cui giovarono gli spagnoli, le cui truppe nel 1816 riuscirono a sedare la ribellione e a ripristinare le istituzioni e il Vicereame. Il Vicereame reintegrato punì duramente i ribelli, consolidando un regime di terrore sotto il comando del viceré Juan de Sámano. Questo radicalizzò ulteriormente il desiderio di indipendenza tra la popolazione, in seguito anche al cattivo andamento economico ed alla situazione militare in Spagna, culminata nella battaglia di Boyaca del 1819. Una volta a Bogotá, Simón Bolívar proclamò l'indipendenza della Nueva Granada dall'Impero spagnolo. Il Congreso de Cúcuta del 1821 abrogò una costituzione il cui obiettivo principale era quello di creare la Repubblica di Colombia (ora nota come Grande Colombia). Ma la nuova repubblica comprendeva un territorio enorme, corrispondente ai territori degli attuali Colombia, Venezuela, Ecuador e Panamá, e l'unione dimostrandosi altamente volubile e instabile culminò nella separazione del Venezuela nel 1829, seguita dall'Ecuador nel 1830, anno della morte di Simón Bolívar. Primo secolo della Repubblica Dal 1839 al 1884 il paese fu caratterizzato da molta instabilità e si produssero una serie di disastrose guerre civili che segnano ancora la storia della Colombia odierna, e alcune di queste propiziarono modifiche costituzionali, il regime e il nome del paese. Nel 1839 si arrivò alla prima guerra civile colombiana, detta la Guerra dei Conventi. Questa ribellione venne organizzata da José María Obando. Nel 1854 José María Melo condusse un golpe che divise il paese sia politicamente che militarmente. Vi fu una drastica riduzione delle forze armate, un requisito importante per creare il federalismo, che si instaurò fino al 1859, momento in cui si arrivò alla quarta guerra civile con l'inizio di una ribellione nello stato di Cauca che rovesciò il governo tra il 1860 e il 1863. Da questo periodo fino al 1876, durante gli anni della Costituzione di Rionegro che favorì l'autonomia degli Stati e la creazione di potenti eserciti regionali in contrasto con la debolezza politica del governo centrale, si arrivò a contare circa 40 guerre civili regionali e solo una nazionale. Nello stesso anno prese il potere Achille Parra. Nel 1884 i radicali liberali cercarono di rovesciare il presidente Rafael Núñez senza riuscirci. Durante tutte queste guerre civili il paese cambiò continuamente nome. Dal 1831 al 1858 il paese fu chiamato Repubblica della Nuova Granada; dal 1858 al 1861 fu chiamato Confederazione Granadina; dal 1861 al 1886 fu la volta di Stati Uniti di Colombia e infine, dal 1886, si arrivò finalmente a ripristinare la denominazione "Repubblica di Colombia". Il XX secolo ebbe inizio nel bel mezzo della Guerra dei Mille Giorni. Questo, insieme con la separazione di Panamá, portò alla rinuncia al proprio mandato del governo di Rafael Reyes nel 1909. Nel 1910, l'unico presidente del partito repubblicano, Carlos Eugenio Restrepo, assunse il potere. Nello stesso anno l'approvazione di un emendamento costituzionale vietò alle forze militari l'impegno in politica. Nel 1930 si concluse l'egemonia dei conservatori. Dalla Repubblica Liberale al Fronte Nazionale Nel 1932 si scatenò la guerra tra Colombia e Perù, la prima guerra internazionale della Colombia come repubblica indipendente. Tra il 1930 e il 1946 il Partito Liberale prese il potere. Attraverso divisioni interne al mondo liberale, i conservatori ripresero il potere presidenziale con Mariano Ospina Perez (ma non la maggioranza al Congresso), aumentando il grado di violenza politica, soprattutto dopo l'assassinio di Jorge Eliécer Gaitán, avvenuto il 9 aprile 1948 a Bogotà. Questo assassinio diede origine al Bogotazo, una serie di proteste violente nella capitale colombiana, proteste poi duramente represse. Il Bogotazo viene considerato come l'inizio del periodo noto come la Violencia, in cui le regioni tradizionalmente fedeli a uno o un altro partito commisero omicidi mirati contro i membri locali di altri partiti politici. L'astensione del Partito Liberale alle elezioni presidenziali del 1950, in cui venne eletto Laureano Gómez, favorì la violenza bipartisan in Colombia. Durante questo periodo il governo colombiano inviò un contingente di soldati per la Guerra di Corea. Ci furono movimenti contadini di autodifesa a Tolima e nei Llanos orientales, che organizzarono cellule di guerriglia. I guerriglieri della pianura, sotto il comando di Guadalupe Salcedo e altri comandanti locali a Vega Lost promulgarono la prima costituzione di Vega Perdida. Questa iniziativa di indipendenza si perse perché il Partito comunista colombiano cercò di appropriarsi del lavoro già svolto dalla guerriglia cercando di determinare la propria influenza. I capi della guerriglia, che erano prevalentemente liberali, decisero di abbandonare la Costituzione. Con l'intento di pacificare il paese la classe politica favorì un colpo di stato e mise al potere il generale Gustavo Rojas Pinilla nel 1953. La maggior parte dei guerriglieri, attratti dalle proposte di pace del governo, consegnarono le armi.[19] Un accordo tra liberali e conservatori mise fine alla dittatura di Rojas Pinilla e una giunta militare provvisoria istituì il Fronte Nazionale, regresso della democrazia elettorale sulla base di una distribuzione della presidenza alternata tra i due grandi partiti. Mentre il Fronte Nazionale pose fine alla violenza bipartisan, chiuse la porta su altre opzioni, e alcuni decisero di prendere la via della lotta armata. I guerriglieri liberali del 1950, sostenuti dal Partito Comunista e da alcuni intellettuali, crearono l'ELN e le FARC.